Subito la cittadinanza ai nati in Italia solo se genitori hanno carta di soggiorno   versione testuale
È il compromesso trovato all’interno della maggioranza sulla riforma della cittadinanza

 
(25 settembre 2015) - I bambini nati in Italia saranno subito italiani solo se i genitori hanno il permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno. Altrimenti, così come gli altri  bambini non nati in Itali ma arrivati qui entro i dodici anni, dovranno prima frequentare uno o più cicli scolastici per almeno 5 anni e, se si tratta delle elementari, concluderle positivamente.
È il  compromesso trovato all’interno della maggioranza sulla riforma della cittadinanza in discussione alla Camera. I "paletti" della carta di soggiorno (ce l'hanno la metà degli stranieri in Italia) e delle scuole elementari sono stati inseriti da altrettanti emendamenti targati Area Popolare e Scelta Civica al testo unificato presentato dalla relatrice Marilena Fabbri (Partito Democratico) in commissione Affari Costituzionali. Sono rimasti invariati i requisiti per i ragazzi arrivati in Italia entro i 18 anni di età. Saranno italiani dopo sei anni di residenza regolare e dopo aver frequentato e concluso un ciclo scolastico o un percorso di istruzione e formazione professionale. 
Nessuna novità, invece, per la cittadinanza degli adulti, visto che sono stati bocciati gli emendamenti di Sel che chiedevano di dimezzare da dieci a cinque gli anni di residenza in Italia per le naturalizzazioni. La riforma, per ora, rimane quindi dedicata ai figli degli immigrati, le cosiddette seconde generazioni. Dovrebbe arrivare in Aula alla Camera la prossima setttimana. “La  maggioranza è coesa nel riconoscere ius soli temperato e ius culturae, un punto di mediazione che amplia i diritti in Italia, ottimi presupposti per la discussione ed approvazione della riforma anche al Senato. Come relatrice – dice Marilena Fabbri - sono molto contenta se questo provvedimento dopo decenni di discussione arriverà finalmente alla sua approvazione finale”. 
Critiche, invece, arrivano da parte di Sel, con la deputata Celeste Costantino che parla di "un compromesso al ribasso che renderà complicato richiedere la cittadinanza", afferma la deputata Celeste Costantino. Intanto la Lega Nord rimane sulle barricate: "Faremo battaglia in Aula per non far approvare il testo o, quantomeno, per migliorarlo il più possibile", annuncia il deputato Cristian Invernizzi.