Il 18 novembre è scomparsa Adele Fernandes Naldi

UNA BENEFATTRICE DISCRETA E OPEROSA

donò alla Diocesi di Capua il Centro di accoglienza per immigrati di Castel Volturno che da lei prende il nome

quale segno di riconoscenza ed esempio per tutte le persone di buona volontà

Figlia del grande costruttore napoletano Roberto Fernandes, la Signora Adele, sposata all’ingegnere Giovanni Naldi, ha saputo mantenere alta la grande eredità materiale e morale del padre che sapeva coniugare un’intensa  attività imprenditoriale con una viva e concreta sensibilità per i problemi sociali ed umani. A Roberto Fernandes si deve, infatti, nel 1963,  la nascita dell’opera Don Guanella di Napoli, una grande struttura per l’assistenza dei bambini bisognosi dedicata alla figlia Elisa, prematuramente scomparsa. Accanto alla struttura di Napoli, adibita a scuola e casa famiglia, Roberto fece costruire a Castel Volturno un altro grande edificio (oggi Centro Fernandes) per consentire ai ragazzi di trascorrere le vacanze a mare nel periodo estivo. Le persone più anziane del posto ricordano ancora le grida gioiose delle centinaia di bambini che scorazzavano felici per la struttura ai bordi della Domitiana conosciuta allora come il “Don Guanella”.  Quando agli inizi degli anni novanta essa non servì più ai padri Guanelliani per le colonie estive, si fece avanti la nuova emergenza umanitaria degli immigrati.  La Signora Fernandes, ormai erede del padre scomparso, accettò senza indugio la proposta della Caritas Capua di donare la casa all’Arcidiocesi per poterla trasformare  in Centro di Accoglienza.  Dal giorno della sua nuova inaugurazione, avvenuta nel marzo del 1996, la Signora Adele non ha mai mancato di far giungere il suo sostegno morale e materiale all’opera che portava il suo nome e di cui sicuramente andava orgogliosa. Nonostante ciò non si vantava mai della sua beneficenza. Era una donna decisa, ma schiva e discreta, che sapeva essere presente nel bisogno senza far rumore. Lo ha ricordato anche don Aniello Manganiello nel suo libro di successo: “Gesù è più forte della camorra. I miei sedici anni a Scampia fra lotta e misericordia” (Aniello Manganiello con Andrea Manzi - ed. Rizzoli) nel quale racconta: ““Nei giorni amari del bisogno, siamo stati sostenuti da privati come Adele Fernandes e Teresa Naldi, che ci hanno consentito di non tenere chiusa la porta del refettorio ai ragazzi.” Con la Signora Adele va via un pezzo importante della grandi famiglie napoletane che hanno dato lustro alla città. Restano i suoi figli  di cui basti ricordare Salvatore Naldi , detto Toto, che, per amore della sua città, si buttò con slancio nella difficile avventura di salvare la società calcio Napoli.