ARCIDIOCESI DI CAPUA - SERVIZIO PER LA PASTORALE GIOVANILE

CHIAMATI PER IL MONDO - CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI

Domenica 4 Maggio 2008 - Meeting dei Giovani - Castel Volturno (CE)

 

Dobbiamo ringraziare Mimì ed Anna

 

Io credo che questa comunità debba ringraziare dal profondo del suo cuore, Anna Carrino, (la moglie di Francesco Bidognetti – ndr) e "Mimì" Bidognetti, figlio di Umberto, che è stato ucciso perché "Mimì" ha trovato la forza, il coraggio di collaborare con la giustizia".

Ha esordito così Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, in occasione del secondo meeting dei giovani dell'arcidiocesi di Capua, a qualche chilometro dal luogo dov'è stato assassinato da un commando il padre del collaboratore di giustizia Domenico Bidognetti. Alcune centinaia di giovani hanno ascoltato don Ciotti in un silenzio di tomba. E don Luigi non si è sottratto ad un compito impegnativo a poche ore da uno dei delitti che potrebbe essere solo l'inizio di un'offensiva del clan dei casalesi contro i pentiti e contro i magistrati che li perseguono.

Don Ciotti ha chiamato ripetutamente il collaboratore di giustizia col nomignolo di "Mimì". Come a sottolineare una sua vicinanza affettiva e di condivisione delle scelte da lui fatte. "Mimì" ha avuto il coraggio di cambiare – ha proseguito don Ciotti - sapendo preventivamente che quelle scelte non passano inosservate. Disturbano chi sceglie la violenza come forma di vita. La storia ci insegna che quando in alcuni contesti, delle persone si sono messe in gioco per collaborare alla ricerca della verità e della giustizia, riconoscendo i propri errori, c'è stato sempre qualcuno che ha cercato di fermare tutto questo. Ed è quello che sta accadendo anche qui. Perciò dico a "Mimì" di continuare a collaborare. Il tentativo che gli altri fanno di arrestare le sue testimonianze, il suo contributo per cercare la verità, non venga meno".

"Ma occorre che noi facciamo anche la nostra parte.- ha continuato don Luigi Ciotti- E per trovare gli esempi da seguire, non dobbiamo andare lontano. Non dobbiamo scappare e cercare chissà dove la strada da tracciare. Perché ci sono uomini e donne in questa terra stupenda segnata, che già l'hanno fatto. Alcuni hanno pagato con la vita. Le più belle parole le hanno dette e scritte i sacerdoti di questa terra. Mi riferisco a quel documento di don Giuseppe Diana "Per amore del mio popolo".
 

"Quando viene ucciso in Sicilia il giudice Livatino, di cui si è aperto il processo di beatificazione, la mamma, cerca tra le sue cose nel comodino e trova un quaderno, dove c'è una frase: "Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili". Perciò dico a voi – ha concluso don Luigi - Anche quando c'è sfiducia, non abbattiamoci. Uniamo le forze. Voi siete giovani e so che quando trovate punti di riferimento seri concreti, credibili, la passione scatta. E ricordatevi che possono strappare anche tutti i fiori, ma non possono impedire che la primavera ritorni. Ditelo alle mafie."