06/06/2006
La festa dei popoli coreografie e sapori contro il razzismo


GIAMMICHELE ABBATE Castelvolturno. «È necessario che iniziative del genere coinvolgano associazioni anche di altre comunità. A Castelvolturno si è radicato, per mediazione di alcune forze politiche, un razzismo strisciante che fa paura. Come cittadino rifiuto l’equiparazione che il nero sia sinonimo di delinquenza». Francesco Nuzzo, sindaco di Castelvolturno, mostra di avere il polso della situazione quando delinea questo scenario e invita a un salto in avanti: «Non abbiamo saputo apprezzare - dice - le potenzialità di questi nostri ospiti». È un’analisi lucida e sincera quella di Nuzzo, esposta nel corso del convegno collocato proprio a metà del primo «Festival regionale dei popoli». Con lui dovevano esservi altre istituzioni che però non hanno aderito agli incontri (presente per il saluto solo monsignor Bruno Schettino). L’elemento viene stigmatizzato da Renato Natale presidente dell’associazione J.E.Masslo, che ha organizzato la kermesse - svoltasi per due sere al centro Fernandes diretto da Antonio Casale e la terza sera al centro storico - che tra l’altro si è avvalsa della collaborazione dell’assessorato comunale alla cultura e società. Ma, al di là delle polemiche, di vero festival si è trattato, con i suoi mille colori, con le culture a confronto, con un’autentica vetrina di cucina, moda, spettacolo, tradizioni e artigianato. E proprio nel momento finale della festa, in piazza Castello, si è apprezzata per intero la valenza della kermesse. La serata è stata aperta dalle danzatrici polacche e da quelle ucraine con un tripudio di bambine adornate da ghirlande e grembiuli tipici regionali. Particolarmente apprezzata la performance di Andrei, cantante ucraino, che ha eseguito pezzi tradizionali del suo Paese. «È stato eseguito - dice Antonio Casale - un mix di tradizione e di attualità, utile a far uscire dal ghetto del pregiudizio e della disinformazione tante persone immigrate che vivono tra di noi, lavorando onestamente e portando un contributo di umanità e di cultura troppo spesso ignorati». Temi ritornati nell’intervento di Renato Natale. Particolarmente appassionato il saluto di Nasser alla piazza, della comunità islamica di San Marcellino, mentre le donne somale hanno lanciato un tenerissimo messaggio di pace, come pure la comunità dello Sri Lanka. La partecipazione corale ha coinvolto anche numerosi abitanti del posto. Premi anche per i calciatori del Ghana, vincitori del torneo di calcetto.