CON LA SUA AMATA SPOSA PER SEMPRE

 

EDITORIALE DEL 29-05-2011...per la scomparsa di Mons. Luigi Diligenza Arcivescovo emerito di Capua

Per il suo ultimo viaggio è voluto ritornare dalla sua Sposa, “l’Amatissima Chiesa di Capua”. I familiari che lo hanno assistito con amore negli ultimi anni avrebbero voluto tenerlo ad Arzano, il suo caro paese d’origine da cui partì giovanissimo per il seminario minore di Napoli. Un legame che non si è mai affievolito nonostante gli impegni pastorali lo abbiano sempre chiamato altrove contro la sua indole tranquilla e riservata. Lo ha raccontato lui stesso, con l’ultimo filo di voce che gli rimaneva, alla celebrazione per i suoi 90 anni avvenuta al Seminario maggiore di Napoli il 19 febbraio scorso. In quella occasione il suo primo pensiero fu per i familiari e soprattutto per la mamma. Con tenerezza infinita snocciolò gli episodi della sua infanzia da chierichetto precoce all’età di 5 anni fino all’ingresso in seminario a quella di dieci, sempre sotto l’ala saggia e protettrice della mamma. Un’impronta di santità umile e domestica che Mons. Diligenza ha sempre portato nel cuore e che ne ha segnato alcuni tratti del suo carattere. Quel suo essere “temporeggiatore”,infatti, altro non era che il riflesso di quella “maternità” paziente e fiduciosa. Lo ha detto molto bene Mons. Bruno Forte: «Da lui ci sentivamo accolti sempre e al tempo stesso responsabilizzati, chiamati a esercitare la nostra libertà davanti a Dio, con attenzione e sollecitudine verso gli altri. Uomo dell’ascolto sapeva dire le parole giuste al tempo giusto: a volte ci sembrava che aspettasse troppo (perciò, lo chiamavamo scherzosamente il temporeggiatore), ma il tempo sembrava proprio suo alleato e alla fine gli dava ragione. In realtà, con questo suo dare e prendersi tempo Monsignore offriva spazio alla nostra libertà di maturare, di fare le sue scelte con consapevolezza e responsabilità, di essere attento ad aspetti che a prima vista il nostro impeto giovanile non ci faceva cogliere». Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, è  stato suo figlio spirituale ed è uno dei più grandi teologi viventi. Le lettere pastorali di Mons. Diligenza portano l’impronta di questo grande teologo che si ritirava spesso con lui in preghiera e meditazione prima di ogni pubblicazione. La parola detta o scritta di Mons. Diligenza era  sempre un condensato di teologia, di storia  e di spiritualità incarnata. Forse non è un caso che il suo corpo esamine sia rimasto esposto ai fedeli con la bocca aperta nell’atto di dire un ultima parola. Dal sepolcro della Cattedrale dove la bontà del suo successore ha voluto che riposassero le sue spoglie egli continuerà a parlare alla nostra Chiesa e guidarla sulla via del Concilio dove l’ha introdotta col suo alto e paterno magistero d’amore.