UNA PRECISA LINEA EDITORIALE

 

Oggi Kairos apre con la “Giornata Mondiale delle Migrazioni” non solo per giusto dovere di cronaca, ma per una scelta precisa che caratterizzerà la sua linea editoriale. Come il papa stesso ha sottolineato nel suo discorso: “ Per la Chiesa, questa realtà costituisce un segno eloquente dei nostri tempi, che porta in maggiore evidenza la vocazione dell'umanità a formare una sola famiglia, e, al tempo stesso, le difficoltà che, invece di unirla, la dividono e la lacerano”. E’ intenzione di questo giornale contribuire, nel suo piccolo, a “portare in evidenza” come il nostro territorio abbia un posto particolare all’interno di questa vocazione dell’umanità a formare una sola famiglia. Quella che un tempo era nota come “Terra di Lavoro”, per fertilità e ricchezza, oggi può essere a giusto titolo ribattezzata “Terra d’Incontro”, per una rinnovata e consolidata tradizione di accoglienza. Da un Capo all’altro della nostra provincia vi è tutto un susseguirsi di esperienze di accoglienza e di scambio tra le più diverse nazionalità ed etnie tali da costituire un immenso laboratorio dove è possibile osservare tutte le potenzialità e le difficoltà che uniscono e dividono la convivenza multietnica.  Mentre L’interland di Capua e S.Maria C.V. è contrassegnato dalla presenza di migliaia di immigrati dell’Est, che hanno maggiori opportunità e facilità di integrazione, Castel Volturno è contrassegnata, invece, dalla presenza di migliaia di immigrati africani che hanno grandi difficoltà di integrazione e che costituiscono un unicum a livello nazionale. Ogni nostra contrada, dunque, culla in se un vaggìto più o meno rumoroso di questa nuova umanità che avanza. Farsi eco di queste voci ancora tumultuose e confuse che pian piano emergono dal nostro tessuto sociale vorrebbe essere un motivo ispiratore di questo giornale. Non si tratta di dare qui e là a qualche notizia sul mondo degli immigrati che vivono tra noi. E’ un’operazione questa già avviata con successo attraverso lo spazio concesso alla comunità Ukraina. Si tratta, invece, di scrutare con attenzione ed amore i segni dei tempi che si celano dietro e dentro tutti i piccoli e grandi fatti di vita quotidiana sempre più contaminati dalla presenza di questi nuovi cittadini. Un giornale non può limitarsi a raccontare i fatti, né a commentarli, ma deve sforzarsi di interpretarli alla luce di un “già e non ancora” che solo un occhio attento e illuminato più scorgere. Per esempio, si può dare la notizia che a Capua si è celebrato il Natale Ortodosso nel giorno della nostra Epifania, ma ci si può anche chiedere quanti ucraini effettivamente vi hanno partecipato e quanti invece sono stati assenti o distratti dal clima consumistico sconosciuto nei loro paesi. Nel primo caso si è data una notizia sull’immigrazione, nel secondo caso si è andati a scoprire le infinite correlazioni e contaminazioni con la nostra società. E’ questa la sfida che può renderci più credibili e più  appetibili anche nei confronti di tante altre testate più capaci e importanti di Kairos, ma che non hanno la nostra stessa ispirazione. Essa consiste  nella radicale convinzione che la storia, nonostante le difficoltà e le sfide del tempo presente, avanza inevitabilmente verso nuovi orizzonti di pace e di convivenza. Un ottimismo cristiano sul quale si fonda l’accorato appello del Papa: “Non perdiamo la speranza, e preghiamo insieme Dio, Padre di tutti, perché ci aiuti ad essere, ciascuno in prima persona, uomini e donne capaci di relazioni fraterne; e, sul piano sociale, politico ed istituzionale, si accrescano la comprensione e la stima reciproca tra i popoli e le culture.”