«Troppi clandestini, Comune verso il dissesto»



ANTONIO PISANI Quindici milioni di euro di debiti per una cittadina che conta una popolazione ufficiale di 22mila residenti, di cui 1959 extracomunitari e 435 cittadini comunitari, più alcuni migliaia di clandestini «fantasmi», sono un fardello non più sopportabile per l’esangui casse dell’ente locale. «Castelvolturno è vicina alla bancarotta» è l’allarme lanciato dal sindaco Francesco Nuzzo, che sull’immigrazione sta giocando la vera partita del suo mandato. I dati elencati dal primo cittadino sulla presenza degli stranieri irregolari, che però vivono sul territorio e usufruiscono dei servizi pagati dal Comune, sono quelli già pubblicati dal Mattino l’undici gennaio scorso. Ma negli ultimi giorni è accaduto che qualche creditore ha iniziato a bussare alle porte comunali con decreti ingiuntivi e la situazione si è aggravata. Tra questi una casa famiglia gestita dall’Ente che ha accudito per tre anni una donna marocchina con i suoi quattro figli come ordinato dal Tribunale presentando ora il contro, pari a 100mila euro. Venerdì arriverà a Caserta il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, per fare il punto sull’emergenza criminalità e sulla questione immigrazione, che vede Castelvolturno esposta quanto Lampedusa. «Ringrazio il governo per l’intervento realizzato dopo la strage del 18 settembre - afferma il sindaco - ma non c’è solo la sicurezza a preoccuparci. Servono subito 15 milioni di euro per tornare alla normalità. Le casse dell’Ente sono ormai vuote; la maggiorparte dei soldi li spendiamo per aiutare gli extracomunitari, di cui 15mila sono clandestini, sprovvisti di mezzi per spostarsi e, senza un aiuto dell’ente pubblico, incapaci di accedere a qualunque servizio». Ecco quindi i dati, che Nuzzo presenterà anche a Mantovano. «Solo per l’assistenza agli immigrati - spiega - bambini compresi, spendiamo ogni anno 300mila euro, altri 100mila per i funerali e il trasporto della salme in patria. Si pensi che per il trasporto a scuola dei figli degli extracomunitari sopportiamo un costo di 220mila euro annui. C’è poi il capitolo dei rifiuti prodotti . continua Nuzzo - 50 tonnellate al giorno, contro le 20 del vicino comune di Mondragone che ha però 4mila residenti in più: spendiamo così quasi nove milioni all’anno per coprire il servizio, di cui ben tre non recuperabili con la Tarsu perché si tratta di extracomunitari che non compaiono da nessuna parte, o si spostano come fantasmi. In generale - conclude - non riusciamo a riscuotere più del 50% delle imposte della popolazione». Nella voce relativa ai servizi sociali, «19mila euro al mese - dice Rosalba Scafuro, assessore comunale al ramo - li spendiamo per assistere quei minori stranieri che il Tribunale affida alle case famiglia». Cifre piuttosto alte ma che non trovano d’accordo la Caritas diocesana, che opera a Castelvolturno con il centro Fernandes o l’associazione di volontariato Jerry Masslo: la popolazione clandestina «si aggirerebbe sulle 6mila unità», afferma Renato Natale, ex sindaco di Casal di Principe e soprattutto medico che presta cure gratuite tre volte a settimana ai clandestini.
 

Casale: problema vero, ma anche tanti italiani senza residenza

«Gli extracomunitari irregolari pesano certamente sulle casse comunali, ma non rappresentano il solo capitolo di crediti non esigibili dell'amministrazione di Castelvolturno». Antonio Casale, direttore del Centro di accoglienza Fernades, non accetta che gli irregolari siano indicati come i primi responsabili del deficit comunale. «Il dato secondo cui gli extracomunitari sprovvisti di documenti che vivono sulla Domiziana godono gratuitamente di servizi comunali è oggettivo - dice Casale - ma è pur vero che non sono i soli a non corrispondere quanto dovuto alle casse dell'ente di piazza Annunziata. In zona - spiega il direttore del Fernades - vivono senza avere la residenza molte migliaia di italiani. E il dato relativo al peso procapite dei rifiuti urbani s'impenna a Castelvolturno anche perché, nei weekend e in estate, arrivano numerosi pendolari. Senza considerare, poi, i rifiuti prodotti dagli alberghi e dalle numerose cliniche private». Ma, analizzando nel dettaglio il peso economico che rivestono sul litorale gli immigrati irregolari, si scopre anche un aspetto particolarmente peculiare del litorale domizio. «Gli extracomunitari irregolari, al pari di quelli con permesso di soggiorno, sono dei consumatori - dice Jean Bilongo, un mediatore culturale e giornalista che vive e lavora da dieci anni a Castelvolturno - è ingeneroso, continua Bilongo, che siano considerati solo come causa d'incremento della spesa sociale. Gli immigrati irregolari, mangiano, bevono, ricaricano il telefono cellulare, giocano al lotto, si rivolgono agli avvocati e quindi spendono molti soldi. Spese (comprese quelle per pagare i fitti delle abitazioni) che vengono iniettate nel circuito economico locale, contribuendo a tenerlo vivo; poiché gli esercizi commerciali a loro volta versono una parte del ricavato in imposte comunali». vin.am.