Chiesa e Mezzogiorno:
«Sviluppo nella coesione»

“Il Paese non crescerà se non insieme”. A ribadirlo, a 20 anni dalla pubblicazione del documento “Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno”, sono i vescovi italiani, nel documento dal titolo: “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno”, diffuso oggi dalla Cei. “Anche oggi – si legge nell’introduzione del testo – riteniamo indispensabile che l’intera nazione conservi e accresca ciò che ha costruito nel tempo”, a partire dalla consapevolezza che “il bene comune è molto più della somma del bene delle singole parti”.
L’intento del documento, spiegano i vescovi, è “riprendere la riflessione sul cammino della solidarietà nel nostro Paese, con particolare attenzione al Meridione d’Italia e ai suoi problemi irrisolti, riproponendoli all’attenzione della comunità ecclesiale nazionale”. “Torniamo sull’argomento – puntualizza la Cei - non solo per celebrare l’anniversario del documento, né in primo luogo per stilare un bilancio delle cose fatte o omesse, e neppure per registrare con ingenua soddisfazione la qualificata presenza delle strutture ecclesiali nella vita quotidiana della società meridionale, ma per intervenire in un dibattito che coinvolge tanti soggetti e ribadire la consapevolezza del dovere e della volontà della Chiesa di essere presente e solidale in ogni parte d’Italia, per promuovere un autentico sviluppo di tutto il Paese”.
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È cambiato il rapporto con le sponde orientali e meridionali del Mediterraneo. La massiccia immigrazione dall’Europa dell’Est, dall’Africa e dall’Asia ha reso urgenti nuove forme di solidarietà. Molto spesso proprio il Sud è il primo approdo della speranza per migliaia di immigrati
e costituisce il laboratorio ecclesiale in cui si tenta, dopo aver assicurato accoglienza, soccorso e ospitalità, un discernimento cristiano, un percorso di giustizia e promozione umana e un incontro con le religioni professate dagli immigrati e dai profughi

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