(06 febbraio 2011)

LONDRA – Era stato uno dei fiori all’occhiello del blairismo: l’idea di una società multiculturale, in cui tutte le etnie, le razze, le religioni della Terra possono convivere con pari diritti, senza rinunciare ai propri valori, ai propri principi, alle proprie tradizioni. La “Cool Britannia” di Tony Blair era fatta così. Indiani, cinesi, giamaicani, pachistani, arabi, bianchi e neri e di ogni “colore”, nella “Cool Britannia” mantenevano con orgoglio, come una bandiera, la propria identità, pur vivendo, lavorando e votando nel Regno Unito. Un modello opposto, in un certo senso, a quello degli Stati Uniti, dove immigrati provenienti da ogni parte del mondo entrano nel “melting pot”, il pentolone che scioglie le razze originarie e ne produce una nuova, l’americano. Ma adesso David Cameron proclama che il modello britannico non va più bene: il multiculturalismo ha fallito, afferma, perché ha lasciato i giovani musulmani vulnerabili al radicalismo islamico.
In un discorso tenuto ieri a una conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera, il leader conservatore ha preso nettamente le distanze dalla filosofia che si è affermata negli anni di Blair: “È tempo di voltare pagina sulle politiche fallite del paese – ha detto – per prima cosa, invece di ignorare questa ideologia estremista, il governo e la società dovranno affrontarla, in tutte le sue forme. Sotto la dottrina del multiculturalismo di Stato abbiamo incoraggiato culture differenti a vivere vite separate,
staccate l’una dall’altra e da quella principale. Non siamo riusciti a fornire una visione della società alla quale le minoranze etniche o religiose sentissero di voler appartenere. Tutto questo ha permesso che alcuni giovani musulmani si sentano sradicati”.
Per il premier britannico è dunque tempo di abbandonare la “tolleranza passiva” del Regno Unito verso le diverse culture esistenti sul territorio nazionale e rimpiazzarla con un “liberalismo attivo, muscolare”, per trasmettere il messaggio che la vita in Gran Bretagna ruota intorno a certi valori chiave come la libertà di parola, l’uguaglianza dei diritti e il primato della legge. “Una società passivamente tollerante rimane neutrale tra valori differenti – ha osservato Cameron – un Paese davvero liberale fa molto di più. Crede in certi valori e li promuove attivamente”.
Si è trattato del suo primo discorso come primo ministro sul radicalismo religioso e sulle cause del terrorismo. La Gran Bretagna ha bisogno di un’identità nazionale più forte per prevenire ogni forma di estremismo: questa è in sostanza la tesi del leader del capo del governo, che promette anche una linea più dura contro i gruppi che promuovono l’estremismo islamista, in particolare tenendo sotto maggiore controllo i gruppi che ricevono fondi pubblici. “Francamente è venuta l’ora di chiederci: questi gruppi credono nei diritti umani universali, inclusi i diritti delle donne e quelli di persone di altre fedi?”, si è domandato Cameron. “Credono nell’eguaglianza di tutti davanti alla legge? Credono nella democrazia?”.
Il Muslim Council of Britain, l’organizzazione che rappresenta i due milioni di musulmani britannici, ha reagito commentando che il premier sembra considerare la comunità islamica del Regno Unito “parte del problema, anziché parte della soluzione”.