DAL MATTINO DI NAPOLI DEL 09-02-2010

AnnaMaria Asprone Una guida della città per chi deve «sopravvivere» a Napoli. Un vademecum per scoprire dove mangiare, dove dormire, dove lavarsi, se non si hanno soldi a sufficienza. Insomma una sorta di mappa per orientarsi dedicata a chi non ha un tetto sulla testa o quattro mura dove ripararsi dal freddo. C’è tutto questo e molto altro ancora nella piccola, pratica, tascabile, guida intitolata: «Dove mangiare, dormire, lavarsi», realizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e sostenuta dall’assessorato alle Politiche Sociali della Regione. Una bussola per il popolo della strada: i senzatetto storici, certo, ma anche i nuovi homeless. La nuova edizione di quella che, negli anni, è stata soprannominata la «guida Michelin dei poveri» sarà presentata oggi alle 12, presso la sala conferenze della Regione a Palazzo Armieri (via Nuova Marina 19/c). Alla conferenza interverranno: l’assessore regionale alle Politiche Sociali Alfonsina De Felice; Benedetta Ferone, responsabile servizio senza dimora della Comunità di sant’Egidio; Antonio Vitiello, direttore del centro «La Tenda e Luciano Gualdieri, medico dell’ambulatorio per gli immigrati dell’ospedale Ascalesi. La presentazione della guida, che a Napoli come in molte altre città italiane ed estere (edizioni della guida si trovano anche a Parigi e a Vienna) viene distribuita gratuitamente ai senza fissa dimora, dalla Comunità di Sant’Egidio, sarà anche l’occasione per fare il punto sulla situazione dei clochard a Napoli e per presentare i dati di una recente rilevazione, fatta dai volontari della Comunità sui senzatetto a Napoli. Un libricino di un tenue colore lilla, dedicato ad Elisa Cariota, la prima donna trovata in strada ed aiutata dalla Comunità fino alla sua morte in ospedale, avvenuta il 17 febbraio del 1997, giorno che da 13 anni è quello «della memoria» per non dimenticare quanti ogni giorno muoiono soli in strada. E gli stessi responsabili di Sant’Egidio hanno definito il libretto come: «una bussola da tenere in tasca per orientarsi in città per ricevere aiuto e accoglienza». Così ci sono sezioni per scoprire come e dove procurarsi un pasto caldo o almeno un panino, oppure come trovare una doccia pubblica o ancora dove farsi curare e ricevere assistenza sanitaria. Anche se ad avere bisogno di cure urgenti non sono solo gli homeless nostrani ma gli stranieri, extracomunitari e senza permesso di soggiorno. Informazioni e numeri utili per gli immigrati su enti previdenziali, amministrativi, sanitari, sindacali. Indicazioni necessarie per procurarsi i documenti utili per cercare un lavoro o per imparare l’italiano in una scuola gratuita. Una giungla indefinibile quella dei clochard. È difficile infatti stabilire esattamente, il numero dei senza fissa dimora a Napoli, che è in continuo aumento ed è l'emblema di una nuova emergenza sociale che colpisce Napoli e provincia. Da un censimento effettuato nell'agosto del 2009 dalla Comunità di Sant’Egidio emerge infatti che, mentre nel 2008 c'erano 1200 clochard nel centro città e nell’immediata periferia, già nei primi sei mesi del 2009 i senzatetto erano aumentati del 30 per cento. E oggi nella stessa zona sono oltre 1500 le persone, tra giovani e vecchi, italiani e immigrati, che vivono sotto la soglia della povertà. Un fenomeno che per sua stessa natura è legato, a maglie molto strette, a molti altri, come l’immigrazione, la povertà, il disagio sociale. Ma anche alla crisi del mattone, agli sfratti, all’inflazione e al carovita. La vera scoperta, infatti è che al tradizione «popolo della strada», barboni e clochard, si sono aggiunti negli ultimi anni anche i «nuovi poveri» di cui è difficile tracciare un identikit, perché si tratta di persone di estrazione piccolo ma anche medio-borghese, finite in disgrazia. Spesso si tratta di anziani soli e incapaci di superare momenti di crisi economica, o di donne che non hanno retto alla separazione, ma anche di uomini che hanno perso il lavoro o giovani che hanno ceduto alle tentazioni di alcol e droga. Persone «normali», insomma, che fino a pochi anni fa vivevano lontanissime dai disagi della vita di strada. Oltre che ai clochard storici la nuova guida è dedicata anche a loro. Quelli che, pur avendo perso tutto non hanno tuttavia perso pudore e dignità e si vergognano persino di parlare, anche solo per chiedere aiuto.