Finti agenti rapinavano gli immigrati

IL MATTINO DEL 7-7-2008

ANTONELLA BARONE Quella Mercedes grigia classe A, munita di lampeggiante blu, era diventata un vero incubo per gli extracomunitari residenti tra Battipaglia ed Eboli. Continuavano ad essere fermati in piena notte da alcuni uomini a bordo di quell'auto, che li bloccavano, utilizzando una «palina» simile a quella in dotazione alle forze dell'ordine, esibendo un distintivo e armi in pugno simulavano un normale controllo, chiedendo i documenti. Ma subito dopo li perquisivano e si impossessavano dei soldi, frutto di un duro lavoro nei campi, dei telefoni cellulari, in pratica mettevano a segno una serie di rapine. A chi tentava di scappare sparavano con pistole ad aria compressa con pallini di piombo. Quattro le rapine consumate e due quelle tentate, è questo il bilancio di una complessa attività investigativa, che ha portato al fermo di polizia giudiziaria per quattro giovani, tre maggiorenni e un minorenne, tutti incensurati. Sono stati rinchiusi nel carcere di Fuorni Richy Piano (18 anni), Rocco Calabrese (19) e Daniele Tarallo (19), tutti di Battipaglia, mentre V.N. (17 anni), nato a Oliveto Citra e residente a Battipaglia, è stato trasferito in un centro di prima accoglienza per minori. Dopo capillari indagini condotte dai poliziotti della Digos e del commissariato di Battipaglia, diretti dai dirigenti Luigi Amato e Maurizio Fiorillo, la scorsa notte si è giunti ai fermi. Ieri mattina i dettagli dell'operazione sono stati illustrati dai dirigenti dell'Anticrimine e della Digos, Raffaele Battista e Luigi Amato. Un’attività investigativa minuziosa, seguita nelle diverse fasi dallo stesso questore Vincenzo Roca, che è partita da due denunce presentate al commissariato di Battipaglia da due extracomunitari, che erano stati feriti. Uno era stato colpito alla fronte, un altro sotto l'ascella: erano quelli che, avendo capito che non si trattava di normali controlli da parte di esponenti delle forze dell'ordine, si erano dati alla fuga. Mentre cercavano di allontanarsi venivano però colpiti dai pallini, esplosi dalle due pistole ad aria compressa. La polizia è riuscita a identificare i responsabili delle aggressioni partendo da alcuni numeri della targa dell’auto, forniti da un immigrato.