IL PRESEPE VIVENTE DI CASTEL VOLTURNO

IL BIMBO NASCE IN UNA BARCA

Una forma attualizzata e quanto mai  alternativa di rappresentare la natività

il 29 dicembre, nella suggestiva cornice del Centro Fernandes di Castel Volturno è andata in scena una forma nuova e quanto mai alternativa di Presepe Vivente. I giorni precedenti l’evento hanno visto un grande fermento ed un forte spirito di collaborazione da parte degli operatori  del Centro, dei padri comboniani e dei  membri della parrocchia S.Maria dell’Aiuto. Molto attivi anche i volontari delle associazioni più rappresentative del territorio di Castel Volturno: L’ass. Le Sentinelle, L’ass. Jerry Masslo, la pro loco Volturnum Castri Maris. Ognuno ha portato il suo contributo per  organizzare il giardino della struttura a mo’ di presepe ideando una scenografia che ha avuto il merito di trasportare attori e visitatori in uno spazio senza tempo, una sorta di mondo parallelo, nel quale l’unicità storica della nascita di Gesù Cristo si mescolava alle problematiche del tempo presente . Ma la scenografia di certo non è stata l’unica scelta indovinata, la sceneggiatura e la regia di Salvatore Nappa hanno completato l’opera. Un presepe più vero, più vicino alla gente e alla realtà locale è stata l’ottima intuizione del regista. Da qui si spiega il ruolo assunto dai personaggi andati in scena: il politico ciarlatano pieno di sé e delle sue improbabili promesse, la prostituta compiaciuta di offrire le sue “virtù”, il malvivente di paese pronto a sottrarre denari con la minaccia della pistola, l’inerme e simpatica figura di un vero senzatetto, che vive felice sulla Domiziana portando tutti i suoi beni in un vecchio carrellino della spesa.  Queste le figure salienti. Poi però non sono mancate le classiche figure del macellaio, della lavandaia, della fruttivendola, del pastorello, con due veri agnellini, tutti egregiamente rappresentati da persone del luogo.  Ad esse si mescolava il frastuono di una discoteca animata da giovani africani e non, e di una scolaretta, simbolo di una integrazione possibile solo grazie alla spontaneità giovanile ed all’essenziale lavoro dell’istruzione.  L’euforia e il chiasso sono poi lentamente scemati accompagnando l’attenzione dei visitatori e degli attori tutti verso la grotta. Illuminata ad hoc, è comparsa una scena veramente imprevista, che ha lasciato tutti di stucco. La Sacra Famiglia, con Maria dalla pelle bianca,  Giuseppe dalla pelle nera ed il Bambino Gesù con i colori di entrambi, non era adagiata nella classica mangiatoria, ma in una barchetta di pescatori.  Immediatamente si è aperta davanti agli occhi di tutti la tremenda realtà delle morti in mare e delle donne costrette a partorire durante questi incredibili viaggi della Speranza. E’ apparso chiaro che Gesù è da quella parte. L’atmosfera si è totalmente rinnovata e i presenti, attori e visitatori, si sono incamminati verso la grotta in ossequioso silenzio. Qui la prostituta ha dismesso i suoi abiti di lavoro, il criminale ha deposto la pistola, il sindaco ha deposto la sua fascia ipocrita. Tutti, insomma, hanno sentito la necessità di un cambiamento di prospettiva. Di vedere il mondo con gli occhi di Dio e non con le nostre elucubrazioni filosofiche e consolatorie. I Re Magi hanno chiusa la scena portando un messaggio di speranza e di impegno.