21/04/2006
CASTELVOLTURNO. PARLA IL PRIMO CITTADINO
Centro immigrati nell’ex panificio Villano Nuzzo: solo beneficenza e non accoglienza
VINCENZO AMMALIATO Castelvolturno. Quando un mese fa in città si diffuse la notizia che nell’ex panificio industriale Villano sarebbe sorto un nuovo centro assistenziale per immigrati iniziò a serpeggiare fra la gente del posto del disappunto. I malumori, però, da mercoledì si erano trasformati in qualcosa di più preoccupante per l’ordine pubblico. Erano stati diffusi alcuni manifesti anonimi di stampo razzista che accusavano l’amministrazione cittadina e la Caritas di fomentare la nascita di nuovi centri d’accoglienza per immigrati. Chiamati in causa, sia il sindaco Francesco Nuzzo che il direttore del centro Fernandes si sono detti assolutamente estranei alla vicenda. «Nell’ex panificio Villano - ha sottolineato il primo cittadino di Castelvolturno - non c’è alcun centro d’accoglienza per immigrati, ma semplicemente un’associazione chiamata "Cia" (Centro immigrati assistenziale) che si occupa di opere caritatevoli. Qualora si dovesse trasformare in qualcosa di diverso - ha tenuto a precisare Francesco Nuzzo - il sottoscritto lo impedirà». Anche il direttore del Fernandes, Antonio Casale, ha tenuto a sottolineare che l’associazione insediatasi nell’ex panificio Villano non ha nulla a che vedere con la propria struttura: «Non conosco chi siano - ha detto il direttore Casale - né quale sia il loro fine. In ogni caso la Cia non è sostenuta dalla curia o da qualsiasi altro ente religioso cattolico». Ma allora chi c’è dietro questa associazione? Il suo presidente, Jhonson Olumide Ghenga, dice di essere un vescovo della Chiesa cristiana evangelica di rito pentecostale. L’immigrato nigeriano, in una lettera aperta indirizzata al sindaco di Castelvolturno, chiarisce che la sua associazione non ha alcuno scopo di lucro e che è nata esclusivamente per assistere gli immigrati della zona senza. «Per la prima volta - ha detto - a Castelvolturno c’è un’associazione che si prende cura degli immigrati e che è gestita esclusivamente da extracomunitari; assisteremo chiunque bussi alla nostra porta, sia esso africano o di qualsiasi altra parte del mondo».