Giovedì 18/12/2008
Oggi, dalle 9.00 alle 15.00, nonostante la pioggia, con grande compostezza, si è svolta la manifestazione organizzata dai docenti e dagli alunni del liceo per portare la propria solidarietà alla comunità africana colpita dalla barbara strage del 18 settembre.
In bicicletta un centinaio di allievi e docenti si sono recati sul luogo dell'eccidio. Un pullmann e alcune auto portavano chi non poteva partecipare in bici.
Sul luogo,in rispettoso silenzio e nell'assenza delle istituzioni, con a fianco solo le forze dell'ordine che li hanno scortati e accompagnati lungo il percorso, i ragazzi hanno deposto fiori e cartelloni, e, commossi, hanno letto pensieri e qualche poema esprimendo il proprio sentimento di fratellanza e solidarietà.
Purtroppo l'inclemenza del tempo ha impedito che il percorso fosse completato per cui non è stato possibile passare per il luogo ove è stato assassinato Stanislao Cantelli. Se ne riparlerà in altro momento.
Nei prossimi giorni sarà possibile vedere foto e filmati della giornata.
Intanto è possibile prendere visione dei documenti prodotti:
Manifestazione
pubblica per il riscatto civile, ambientale e culturale dell'Agro Aversano;concepita, organizzata e realizzata da studenti e
docenti del Liceo Scientifico di SanCipriano d’Aversa.
Questa manifestazione, ideata e
messa in atto dagli allievi e dai docenti del Liceo Scientificodi S.Cipriano d'Aversa,
ha come intento fondamentale quello di dar vita a un reale, autentico einedito
movimento di riscatto civile e culturale dell'Agro Aversano occidentale; nello stessotempo,
essa costituisce il primo atto di una svolta nel modo di intendere la scuola, l’impegnoeducativo, la didattica, il processo di formazione e la cultura.
Da troppo tempo le miglioririsorse
della nostra terra - umane, ambientali e culturali - sono state sistematicamentesacrificate in funzione di interessi ciechi e distruttivi, che si sono
organicamente strutturati,fino a
formare un tessuto di relazioni economico-politico-criminali che abbiamo denominato"camorra capillare". Una forma di degenerazione
pervasiva delle regole del vivere civile edella cultura politico-relazionale, che, nella sua
assoluta miopia, sta portando la nostra terra e isuoi abitanti a sperimentare
l'autoannientamento. Non abbiamo saputo valorizzare quanto lastoria, la natura e le
passate generazioni ci hanno consegnato; ma abbiamo permesso chefossero rapidamente consumate dalla voracità di un sistema volto a rapinare e a parassitare le
risorse pubbliche e ambientali; ci siamo ridotti a vivere in paesi e città contaminati dalla
violenza e da altri veleni; in campagne divorate dal cemento e dalla speculazione edilizia; in
strade e piazze deprivate di ogni dignità urbana; a temere le intimidazioni di uomini meschini;
a tacere e a piegarci di fronte alla minaccia; a fare dell'omertà una regola di vita; ad affidare ad
altri il riscatto della nostra dignità; senza capire che il riscatto può venire solo dal nostro
impegno, dal nostro coraggio e dalla nostra intelligenza.
Ci
disgusta la violenza vile e sanguinaria della camorra che, come è accaduto a CastelVolturno e in tanti altri luoghi, si scatena contro i più deboli e ammazza a tradimento;
maaltrettanto ci disgusta la politica corrotta, il professionismo colluso, il parassitismo pubblico;
né possiamo, in nessun modo, giustificare l'omertà, il cedimento al ricatto. Non
ci interessa ilprotagonismo mediatico; né siamo disposti ad alimentare speculazioni o strumentalizzazioni;
non vogliamo parlare attraverso giornali che sono per lo più ridotti a opuscoli pubblicitari, né
depotenziare la forza culturale e comunicativa delle nostre idee, sottoponendola al trattamento
massificante della televisione; insomma non vogliamo omologarci al linguaggio e ai metodi di
un potere totalitario. Il nostro è un agire politico e, in quanto tale, fa leva sulla libertà di
pensiero, sull'intelligenza critica, sulla comunicazione dialogica, sul confronto diretto e leale
con le persone e con la realtà e, principalmente, cerca, attraverso un impegno intersoggettivo,
di immaginare e di realizzare orizzonti diversi e migliori di quelli esistenti. La cultura, la
ricerca non accademica, la giustizia sociale, la cura dell'ambiente civico, naturale, agricolo e
urbano, sono per noi punti di riferimento irrinunciabili. Ci interessano le persone, ma non i
personalismi; tanto meno la demagogia, il protagonismo e il leaderismo, che sono modi
primitivi e antidemocratici di concepire
i rapporti umani e politici. Principalmente ci battiamocontro il conformismo
culturale e il totalitarismo massmediatico imperanti.Mo-tu Proprio è il titolo che abbiamo dato al nostro primo manifesto, nel quale abbiamo
cercato di riassumere i primi esiti di un avvincente dibattito che, da alcune settimane, sta
avvenendo tra le mura di questa scuola. A questo testo, per noi fondativo, rimandiamo tutti
coloro che hanno interesse ad ascoltare la nostra voce e a stabilire con
noi un leale rapporto diinterlocuzione. Buona democrazia!