GLI ALLARMANTI
DATI DIFFUSI DALL’OMS
Cina e India, nuovo assedio Dopo lo smog il fumo da sigarette
UMBERTO FOLENA
M itica Cindia, dalle magnifiche sorti e progressive. Dove la società non è in
poltiglia e i grattacieli crescono gagliardi, ci sono tanti giovani che
coltivano speranze e i vecchi non ne possono frenare l’avanzata. Cina e India,
un mercato da tre miliardi di consumatori dalle tasche sempre più piene, o meno
vuote. Cindia, con qualche effetto collaterale.
Della nube di smog incombente lassù, sul capo, si sapeva. La mostra impietoso
il satellite. La temono, ma sottovoce, a Pechino, dove quelle d’agosto rischiano
d’essere le Olimpiadi senza fiato.
Ora sappiamo che un’altra nube minaccia Cindia, stavolta una nube di dentro,
annidata nei polmoni che – parola dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
– nel secolo in corso potrebbe causare centinaia di milioni di morti, comunque
la grande maggioranza del miliardo di vittime del fumo previste in tutto il
mondo.
In Occidente, infatti, si fuma sempre di meno. Tra il 2006 e il 2007 in Italia
il consumo è calato di un altro 1,1 per cento, ossia i 12 milioni di fumatori
hanno bruciato 4 pacchetti ciascuno in meno. I morti sono stati 'appena' 80 mila
e tutti siano moderatamente soddisfatti. A quattro anni dal giro di vite del
ministro Sirchia, non abbiamo assistito né a isterie collettive né a sommosse.
Fumare - questo è la conquista vera - non è più di moda, a parte forse tra certi
adolescenti: un under 15 su quattro si ostina ancora a darsi un tono aspirando
voluttuose boccate. Il mercato piange?
Tutt’altro. I prezzi salgono più veloci di quanto i consumi calino, così il
fatturato guadagna il 3 per cento per un totale, nel 2007, di 17,4 miliardi.
Anche lo Stato, lo stesso che ha imposto le norme anti-fumo, a modo suo gode:
l’anno scorso, l’Erario ha incassato 420 milioni in più.
L’Occidente comunque sembra perduto alla causa tabagista e gli investimenti
pubblicitari languono. Addio Marlboro Man; Humphrey Bogart non seduce più a
colpi di Camel e Fred Buscaglione, oggi, succhierebbe mentine. Meglio investire
dove il mercato è gravido di languide promesse e i consumatori sono più docili:
Cindia, eccoci. A prima vista son rose e fiori per tutti. I consumatori si danno
lo stesso tono che per anni ci davamo in Occidente noi, di cui finalmente
possono imitare gli stili di vita, e pazienza se sono stili insensati e
autolesionisti. E gli Stati si leccano i baffi pregustando la fetta di torta che
spetterà loro, perché il fumo - ben tassato - è un modo come un altro per
spremere i contribuenti a loro insaputa. È una politica insensata e
autolesionista pure lei, perché i futuri costi sociali del fumo saranno
sicuramente maggiori dei benefici immediati. Ma perché i governanti di Cindia
dovrebbero essere più lungimiranti dei nostri? In fondo, la nube di fuori e la
nube di dentro, quella che grava sul capo insudiciando il cielo e quella che si
deposita nei bronchi e nei polmoni, è un’unica nube simbolo di un progresso
governato più dalla voluttà che dalla sapienza. O meglio, un progresso che
pretende di governarsi da sé. Il tabacco rende un sacco di denaro, i consumatori
sono inebriati dalla libertà concessa loro dalle merci sempre più numerose, e
quel miliardo di morti annunciato dall’Oms vale una scrollata di spalle. Anche
Cindia, a poco a poco, anziché pensare al futuro tenderà a godersi il presente,
proprio come noi.